mercoledì 31 dicembre 2014

La ragazza che...non aveva voglia di accendere il pc

La ragazza che non aveva voglia di accendere il pc. 
Già. Dopo il tour de force universitario l'idea di riprendere in mano il portatile mi faceva molto schifius. Alla fine però, come potete notare, ho dovuto cedere.
Ma questo entusiasmante titolo è solo una copertura. La testata più appropriata sarebbe "La ragazza che...e la famiglia annientata da un virus intestinale". Una moria proprio, non ha risparmiato nessuno.
Tè al limone e pane secco a parte, sono tornata. Ed erano mesi che pensavo al post sugli auguri di Natale, ma i regali all'ultimo secondo e la stanchezza cronica hanno vinto sul mio spirito da elfo. Ma non potevo lasciare vincere la mia sonnolenza anche sul post finale del 2014...

Una breve nota sulle feste appena passate, che come è ovvio sono volate. Fra mio zio che mangiava le foglie di una tisana per infusi come se fossero patatine [?!?], il mio cane che ha ringhiato per tutto il pomeriggio a una per lui strana fonte di rumori grotteschi, che poi altro non era che mia nonna che russava ignara sul divano e io che giungevo alla considerazione che la vestizione di Maria Antonietta non fosse nulla in confronto a quella di mia nonna [ok che non sarò la massima esperta dei nodi dei foulard di seta, ma di sicuro ho molta più pazienza delle dame di compagnia di Versailles], questo Natale mi è sembrato più breve del solito. Forse anche perchè una volta Santo Stefano lo festeggiavamo come il 25 dicembre, mentre ora non si capisce come mai, ognuno lo passi per i fatti suoi. 
Anyway, forse la verità è che avrei voluto solo più tartine al salmone.

Scrivendo questo ultimo post dell'anno, mi trovo davanti a un bivio di argomenti facili e scontati: da una parte la lista dei pro e contro del 2014 e dall'altra le aspettative del 2015. 
Della seconda farò sempre intempo a parlare...scelgo la prima!

Iniziamo dai contro, perchè le migliori barzellette insegnano che si inizia sempre dalla brutta notizia. e non vorrei rompere con la mia tradizionale banalità, quindi:

- Non mi sono laureata. Non che fosse in programma entro il 2014, ma vedere gente che si laurea mi rende molto invidiosa [purtroppo]
- Ho frequentato un corso di un prof schifoso [schifoso sotto ogni aspetto! con peli sulle dita e sui padiglioni auricolari...] del quale ho dovuto rifiutare il voto all'esame, che mi ha letteralmente rovinato l'anno e a cui penso tristemente e schifosamente ogni giorno a partire da giugno
- Non ho vinto nulla, nemmeno a Monopoli [non parliamo di Risiko]
- Non ho migliorato il mio personal best
- Mi fa ancora moltissima paura dire addio, che sia a una persona, a una cosa o a una situazione
- Non ho comprato la frangia finta
- Non ho trovato una verdura che mi piaccia davvero
- Non ho trovato un dolce che non mi piaccia davvero
- Non sono riuscita a far eliminare definitivamente canditi e uvette dal tradizionale panettone [sgrunch!]
- Per quanto mi sia impegnata, non sono riuscita a sterminare tutte le scolopendre scorte dai miei occhi
- Non sono riuscita a migliorare i rapporti fra mio papà e il mio cane, che ringhia al suono dei suoi passi e ringrazia le sue carezze con tentativi di morsi alle dita
- Ho trovato una ruga

Per quanto riguarda i pro:
- Ho imparato a giocare a Burraco
- Ho scoperto Ken Follett
- Ho capito che il mestiere dell'architetto non è quello che mi auguro
- Ho visitato gli Uffizi e sono salita sulla cupola del Brunelleschi
- Ho esplorato una cava dell'onice abbandonata e dispersa tra le alpi apuane
- Ho iniziato a scrivere scemenze :D
- I miei capelli sono ancora tutti non bianchi!
- Ho dato meccanica
- Ho iniziato la tesi
- Mentre mi scervello per ricordare quali nuove cose strafighe io abbia fatto quest'anno,capisco che in realtà quelle che mi vengono in mente subito e teneramente sono quelle che di novità hanno ben poco, che variano pochissimo da un anno con l'altro, ma che se non ci fossero durante l'anno sarebbero certamente da aggiungere nella lista dei contro. Quindi nel 2014, ancora una volta, la vigilia di Natale ho scartato un libro [che il destino mi ha consegnato] con le mie amiche di sempre, ho sentito tutti i giorni [davvero] degli amici più recenti ma ugualmente importanti discutendo degli argomenti più ottusi inimmaginabili, ho gareggiato pensando e ripensando a come migliorarmi, ho pranzato le domeniche mezzogiorno con tutta la mia allegra famigliola, nonnina compresa, lamentandomi eventualmente per la mancanza del dolce, ho inventato storie pazzesche sulla mia compagna di tesi ridendo fino alle lacrime, sono stata salutata con interminabili feste ogni volta che rientravo in casa dai miei cagnolini e ogni sera ho augurato la buonanotte alla stessa preziosa persona. 

Quindi per quanto sarà ricca la lista dei miei buoni propositi e obiettivi per il 2015 non posso che augurarmi di rivivere e rivivere ancora la miriade di piccole cose e di tradizioni che mi fanno ricordare così allegramente il 2014!

Buone feste!
Ci leggiamo l'anno prossimo!





mercoledì 17 dicembre 2014

Mi mancherai per tutta la vita

Forse nei tuoi giorni e nelle tue notti solitarie hai provato a pensare alla morte. Probabilmente hai sempre pensato che sarebbe arrivata a casa tua, che ti saresti spenta nel tuo letto, avvolta dall’imperterrito rumore del fiume, che un attimo prima è il tuo fedele compagno nella notte e un attimo dopo sei tu, che te ne vai e che scorri salutando tutto il tuo amato paese. Forse non avevi nemmeno bisogno di sperare che fosse così, forse era semplicemente una certezza :”La mia vita deve compiersi qui, a Forno”. O forse non lo pensavi, sono solo io che ti immagino ragionare sulla tua morte, per cercare nelle tue parole deliranti e non, una tua volontà, un tuo barlume di lucidità che mi dica cosa è giusto fare, che mi dia un aiuto, un appiglio nelle tue parole sconnesse, nei tuoi atteggiamenti scostanti, nelle tue mille personalità.
Probabilmente dopo la pensione, trasferendoti lì avevi già deciso, che lì eri nata, lì eri tornata e lì saresti morta. Felice. A Forno.
Allora non siamo noi i pazzi, gli insensibili, le persone crudeli, che con ogni mezzo ti allontanano pian piano dal tuo unico desiderio, perseguito in quasi un secolo? Non un sogno di gloria, non un’ambizione inconcludente, semplicemente la voglia di rimanere fedele fino all’ultimo a ciò che hai perseguito in vita, il tuo essere così “orso”, “selvaggia” e montanara come diciamo noi, ma te stessa, fino all’ultimo, fino in fondo, senza se e senza ma. Non siamo allora noi i villani a tenerti lontana dalla tua casa, dal tuo letto, dal tuo Frigido e dai tuoi monti?
Se puoi, ascoltando la nostra sordità e osservando la nostra cecità, capiscici e perdonaci: non so con che presunzione crediamo che questo sia il meglio per te.



Più di un anno fa lo scrivevo, mentre tramite mille decisioni si sceglieva anche di non farti tornare più a casa tua.
Quanta tristezza. Quanto mi sentivo cattiva quando dicevi nei sempre più rari attimi di lucidità "Ti prego, portami a Forno. Poi torno qui lo giuro, voglio solo vedere la mia casa, solo un'ultima volta..."
Era davvero l'unica soluzione la nostra?


Ora sono solo contenta che tu possa riposare dove ambivi, dove l'aria ha il profumo del muschio umido, l'origano è il più buono del mondo, l'acqua corrente in realtà è l'elisir di lunga vita e i cani hanno mille padroni.


Ma per quanto io sentirò nel Frigido che scorre la tua voce che mi chiama e per quanto mi sarai vicina ogni volta che farò quella scala spacca gambe per entrare in casa, in cui le alzate sono il doppio delle pedate, la verità è che mi mancherai, mi mancherai per tutta la vita. E anche se ormai è già da un pò che ne faccio a meno, mi chiedo come farò senza la tua pizza, senza i tuoi tordelli, la tua pasta fatta in casa e la marmellata di more. Ma anche le fette Paradiso che non troverò più in frigo ad aspettarmi e i Ferrero Rocher che non mi comprerai più in autogrill, avranno un sapore un pò più povero.
Mi auguro di essere solo la metà di quanto sei stata generosa tu.


Ciao zia Palmirina. Hai il nome più bello del mondo.

venerdì 12 dicembre 2014

La ragazza che...rideva di sé stessa

Adoro il calendario dell’avvento. Non mi interessa del passare degli anni, delle rughe, dei capelli bianchi, dei denti che cadono [ok, sto esagerando…]: ogni Natale continuo con le mie tradizioni e spero di poterlo fare fino alla pensione e oltre.
Il mio calendario dell’avvento è un trenino di legno con 24 cassetti. In ogni cassettino c’è un cioccolatino [ma dai?] accompagnato da una citazione [ho anche la mania delle citazioni] scritta da me qualche anno fa e che in genere c’entra poco con l’avvento, ma è inerente con le belle sensazioni e i salutari sorrisi.

Quest’anno come non mai aspetto con ansia il momento della citazione che tanto ho dimenticato dall’anno prima e in questo avvento la frase che più mi ha illuminata è stata quella di ieri.



Nulla è più utile all’uomo di quelle arti che non hanno utilità alcuna.



xoxo

Ovidio




[Come ero colta un tempo! Che citazioni elegiache! Quanto sarebbe fiera di me la mia prof di latino se solo sapesse cosa c’è nel mio calendario!]

[Ripensandoci non penso di aver mai tradotto personalmente una cosa simile…e in latino solo Catullo era alla mia portata!]


Anyway! In questi giorni in cui mi dedico solo a un modellino in scala 1:500, con una lentezza infinita e senza raggiungere per altro risultati esaltanti, mi sento più che mai senza doti e senza arti. Zero al quoto. Nada. Nisba. Niente trippa per gatti! 
No alla danza, no al canto por favor, no alla musica sotto tutti i suoi sviluppi. Molto molto mediocre negli sport, idem a scuola. Non sono un’abile oratrice e nemmeno mi so vendere come si deve, anzi il mio curriculum vitae è da elemosine! Non parliamo della cucina, del cucito e del focolare domestico in generale. Insomma, di tutto un poco, ma niente di menzionabile.


Ma volendo proprio arrampicarmi sui vetri e trovarmi una dote, in questi giorni di carton vegetale e bisturi, che se non altro fomentano ricordi e riflessioni, dopo mille momenti in cui nella solitudine dei miei pensieri arrossivo e ghignavo, posso dire che forse forse un’arte inutile posso inserirla nel mio cv. L’arte di saper ridere di gusto di me stessa e dei momenti imbarazzanti che mi sono sbadatamente costruita vale?

In sostanza in questi giorni non faccio altro che ricordare e ridere di quella volta che…:


- …io ero in aeroporto pronta a partire per Lisbona mentre la mia carta d’identità era nella cartelletta di tecnica in camera mia e io non ne ricordavo assolutamente la collocazione;

- …sono andata in un negozio e in cassa ho mostrato due buoni sconto del negozio concorrente. Dopo l’occhiata perplessa della cassiera mi sono giustificata dicendo una frase da minorata mentale “Mi ha detto mia mamma di venire qui…”

[Ciao mami, i buoni sono scaduti e la cassiera è antipatica, non tornare in quel brutto negozio…]

- … mi sono fatta accompagnare in stazione, sono scesa dalla macchina, salita sul treno, ho aspettato che chiudessero le porte e mi sono guardata le mani accorgendomi di avere con me 2 borse, la mia e quella di mia mamma. Urlo disperato;

- …volevo fare uno scherzo a mio zio nascondendomi nella sua auto per poi saltare fuori mentre guidava. Piano infallibile. E invece la macchina in cui mi sono nascosta non era la sua;

- …che ho risposto a una “dichiarazione d’amore” del mio exexexexexexexexexexexragazzo prima con un “Ciao…” mentre aprivo la portiera della macchina perché ero già balorda e avevo sentito tutt’altro, poi con un “…ciao papà” chiudendo e andandomene.[Ma perché!?!]

- …sono caduta mentre ero sullo skilift, rimanendo incastrata con guanto e bacchetta e facendomi trascinare per i successivi 5 minuti, inerme, alla mercè dello sguardo e dei commenti di tutti i passanti attoniti;

- …per la prima (e unica) volta mi hanno mandata a raccogliere le offerte durante una messa e a ogni persona che metteva i soldi rispondevo “grazie…grazie signora”. [Già che c’ero potevo aggiungere anche un “ho fame”]

- …avevo 13 anni e quando mi presentavo insieme al mio nome aggiungevo “…e sono nata il giorno dei morti! Piacere!” [Ancora…ma perché?!]

- …volevo cambiare stazione radio e invece continuavo a suonare il clacson inducendo gli altri autisti a insultarmi; [difficoltà psicomotorie]

- …ho comprato (e compro) il pranzo in università e al barista che mi augura buon appetito rispondo SEMPRE :“altrettanto”;

- …ero andata a sciare in pullman e, convinta di aver preso per sbaglio gli scarponi da sci di mio papà, li infilo e sto per prendere la funivia quando un ragazzo mi ferma chiedendomi se sono sicura che gli scarponi che indosso siano i miei perché i suoi sono uguali e non li trova più;

- …l’autista del pullman che mi portava al liceo ha fatto una curva in modo molto sportivo e sono finita seduta in braccio a un ragazzo;

- …stava per partire il treno, io sono saltata su mentre si stavano chiudendo le porte e io e il mio pc siamo rimasti chiusi a metà nelle porte in attesa di aiuto;

- …sono inciampata e nel cadere mi sono aggrappata ai pantaloni di un mio compagno, lasciandolo in mutande in mezzo alla classe;


Un’ altra avventura non mia ma degna di nota:

quella volta che la mia amica è scesa dal pullman per mano a uno [come nella scena di Chiedimi se sono felice]!



Ora che rido da sola e un sacco, torno a giocare con il poliplat!

lunedì 1 dicembre 2014

La ragazza che...giocava a curling

Venerdì ultima consegna prima di un esame che non si sa quando il Deus dell'architettura moderna alias prof di interni vorrà farci dare...
Ma non pensiamoci, è troppo triste e troppo ansiosa come cosa.
Comunque questo vuol dire 5 ore di sonno in due notti e 10 in tre e 15 in quattro e via così per tutta la settimana scorsa. Quindi ciò significa me con gli occhi iniettati di sangue, il pianto facile, la fame assassina e il pensiero fisso al dio letto. Ma non so come dopo ogni esame o consegna, in seguito a 12 ore di sonno, la prima cosa che faccio è straordinariamente pulire casa. Ok forse non è tanto straordinario, forse la gente normale lo farebbe anche prima viste le condizioni, ma per me farlo prima significherebbe rubare tempo ai disegni/modelli e al sonno. Quindi la mia coscienza mi sveglia dai sogni e mi obbliga a farlo il giorno dopo.
Sabato, anche se il mio corpo richiedeva un'altra tappa di 26 ore di coma, ho passato il folletto anche sui muri e mi sono armata di spazzolone per lavare il pavimento.
Apriamo il capitolo pavimento di casa mia. E' in cotto. Molto comodo se non lo lavi mai (come me, mea culpa) perchè potresti ospitare per un mese Attila e l'esercito unno al completo e non si vedrebbe nessuna differenza, il pavimento sembrerebbe sempre lo stesso. Molto scomodo quando lo lavi. Anzi, molto sudata quando lo lavo. Per rendere l'idea diciamo che è il posto ideale in cui una squadra di curling potrebbe fare potenziamento. E comunque il pavimento sembra sempre lo stesso, sia da lavato che da accampamento per gli Unni.
Pro e contro delle piastrelle in cotto a parte, l'ho lavato per preparare la casa al Natale: sabato infatti è stato anche il lieto giorno delle decorazioni natalizie!
Non mi interessano e non mi scalfiscono i commenti di chi dice che prima dell'8 dicembre è trash anche solo nominare il Natale!
In primo luogo da oggi non avrò tempo che per autocad e carton vegetale e sabato è stato l'ultimo giorno di respiro prima della Vigilia, quindi l'unico possibile per la natalizzazione della casa! Ma tempo a parte agli #antinataleprimadell8dicembre voglio dire di prendersela in ordine con: l'avvento cristiano che è già iniziato da due settimane, i calendari che da oggi propinano cioccolatini anche agli allergici e il comune di Milano che sta già allestendo l'albero in piazza duomo! Non con me!! Me che inoltre in alcune occasioni non mi tiro indietro nello sposare la causa del trash! [SOLO in alcune occasioni sia chiaro]. Per le decorazioni di Natale non ho mai fatto segreto dell' invidiare gli americani sopra ogni altra cosa e di cercare di emularli con luminarie da aeroporto! Mai!

Detto ciò in questi momenti viene sempre a farmi visita il fantasma dei Natali passati, che mi ricorda cosa avevo appeso sopra la cappa della cucina, come avevo fissato i rami di pino finti sopra la credenza, cosa avevo disposto sopra il camino e come avevo disposto le palline in modo volumetricamente bilanciato sull'albero. [Sono fissatissima con le palline di Natale! Praticamente ognuna ha la sua storia e ognuna deve avere la visibilità che merita: il posto sbagliato mi può far sentire in colpa per molto tempo! Forse un giorno farò un catalogo delle mie palline...]
A volte mi ricorda anche di altre cose. E mi è tornato alla mente il mio vecchio blog di MSN: The Times [quale umiltà la me sedicenne!]. Quale imbarazzo la me ventiquattrenne nel ricordare gli argomenti dei post: io che dimentico la carta d'identità e me ne accorgo quando sono all'aeroporto, io che parlo del mio giornale preferito OK la salute prima di tutto [perchè?!], io che faccio la recensione delle mie vacanze, io che elenco le mie cose preferite [ok non tutto è cambiato], io che scrivo e poi pubblico sul giornale della scuola [perchèèèè sul giornale?!?].

In particolare mi ricordo di "un tuffo nel passato" [questo rimando di flash back sembra un pò la canzoncina "c'era una volta un re seduto sul bidet che disse alla sua serva, raccontami una storia e la serve incominciò: c'era una volta un re...." ma giuro poi i ricordi nei ricordi finiscono qui!].

Seppur con immensa vergogna lo copio qui e poi mi autorecensisco.




Un tuffo nel passato...



Ricordo...


...quando da piccola tutto mi sembrava facile...(anche matematica...prendevo sempre ottimo!)...


...quando il mio mondo girava intorno alle favole


le principesse, il principe azzurro, il castello, il per sempre felici e contenti...


...quando sognavo di diventare come quelle fantastiche Barbie...


...quando pensavo solo a giocare con i miei amici


e di certo non mi preoccupavo di essere all'altezza delle situazioni...


...quando guardavo il mondo con innocenza...


...quando la cosa più brutta che potessi dire era “non sono più tua amica!”...


...quando piangevo guardando Bambi...


...quando Paco (il mio cane) era il mio migliore amico...


...quando riuscivo sempre a divertirmi con poco...


...quando i vestiti che mettevo erano solo per farmi stare comoda...


...quando non mi facevo tutte quelle paranoie sul mio aspetto fisico e mi pesavo solo dalla dottoressa...


...quando tutti riuscivano ancora a prendermi in braccio...


...quando da McDonald’s prendevo sempre l’happy meal...


...quando facevo finta di essere una sirena...


...quando, secondo me, le verdure non facevano davvero bene...


...quando non sapevo cos'erano le preoccupazioni...


...quando dormivo con mille pupazzi...


...quando davo sempre la mano ai grandi...


...quando mi addormentavo nelle posizioni più strane...


...quando scrivevo la letterina a Babbo Natale e alla Befana...


...quando prendevo il giornalino di Barbie...


...quando facevo con le mie manine i regali alla mamma e al papà per le loro feste...


...quando le mie canzoni preferite erano le sigle dei cartoni animati...


...quando i nonni c'erano ancora...


...quando tutto quello che dicevo era quello che pensavo...


...quando per far pace bastava alzare il mignolo e stringere quello dell'altro bimbo...




...Penso che dovremmo imparare tanto dai bambini...


molti dicono che l'infanzia sia il periodo più bello della vita......non posso ancora dire se questo sia vero o no...


...credo che sia così solo per quelle persone che crescendo si siano dimenticate completamente delle vere cose importanti, le uniche che riescono a renderti felice...e che paradossalmente (adoro questa parola!!!!) da bambini sapevano con assoluta certezza...


Per tutti gli eterni bambini...chi "soffre" della sindrome di Peter Pan...NON CAMBIATE MAI!!!...




e per lei...


perchè grazie a te riesco sempre a rituffarmi nel passato...


e perchè ho ancora tanto bisogno della tua presenza....





....per favore.........non te ne andare....




Questo amarcord provoca solo:

imbarazzo imbarazzo imbarazzo!!


Oltre a ciò:

1) Tutti questi puntini di sospensione mi fanno venire l'orticaria! Ma perchè?! Ma che fastidio! Cosa cacchio volevo lasciar intendere??

2) Spero non trovassi davvero bella e innovativa la scelta del courier come font [-.-']! Spero che usassi quel carattere solo per avvicinarmi al mio idolo Jessica Fletcher...

3) La cosa che mi imbarazza di più è lo sproloquio finale sulla sindrome di Peter Pan, che sono certa di aver conosciuto da un articolo di Ok la salute prima di tutto. Arrossisco nel leggerlo e non riesco a non immaginarmi mentre urlo queste banalità in una calzamaglia verde! [Cosa che fortunatamente non è mai avvenuta]!

4) La lista era già l'elemento cardine dei miei post!

5) Non riesco a capire perchè adorassi la parola "paradossalmente", non riesco! E' vero che ancora adesso mi fisso periodicamente con delle parole, ma da che ne ho memoria sono sembre state parole belle e interessanti anche dal punto di vista fonico [ginkgo biloba è la parola del momento]. Paradossalmente proprio non me la spiego.


Imbarazzo e sproloquio finale a parte oggi aggiungerei altri punti alla lista dei ricordi:
[per conformarmi alla me sedicenne userò ancora i tanto amati puntini di sospensione e il courier!]




...quando se un bambino beveva dalla mia bottiglietta era come se ci fossimo baciati...


...quando i Bravissima facevano media con gli Ottimo!...


...quando arrivava il giorno in cui facevamo l'albero di Natale e io e mio fratello, aspettando irrequieti, eravamo attaccati alla finestra a guardare papà che riempiva il vaso di terra e ci sembrava sempre lentissimo...


...quando i nemici erano distanti dagli amici solo la misura di un campo da palla battaglietta (o palla prigioniera)...


...quando ogni pupazzo e ogni bambola avevano un nome, una data di nascita, un passato, mancava solo il codice fiscale...


...quando ogni vigilia mi mettevo a pettinare energicamente le Barbie per raccogliere i capelli caduti e farne dei parrucchini per mio zio pelato...


...quando "mamma, sei la più bella del mondo!"


...quando mio fratello cercava di emularmi in tutto (succede ancora, ma in modo diverso): stessi orecchini adesivi, stessi occhiali, stesse bambole...


...quando di notte sotto il letto c'era l'esercito di Malefica...


...quando se mi toglievo il cerchietto e lo lanciavo nessuno mi prendeva per pazza ma solo per Sailor Moon...


...quando "papà guardami e dai i voti alle mie verticali"...


...quando in macchina era un coro di "quanto manca? siamo arrivati?"...


...quando il pomeriggio c'era solo "gora checemon!"...





e la fine è sempre per lei, che ora vorrei facesse solo un pò più piano.